Guancia di scottona e tipicità: successo per 'Annate d'Abbuoto', la degustazione promossa dalla Monti Cecubi

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Quella di ieri lunedì 17 febbraio è stata una giornata alternativa e, per molti aspetti, straordinaria per la nostra attività.

Abbiamo infatti avuto il piacere e l'onore di partecipare alla prima degustazione guidata di “Annate d'Abbuoto – alla radici del cecubo” che si è tenuta al Park Hotel di Latina.

Un evento esclusivo promosso dall'azienda vinicola Monti Cecubi, per la quale abbiamo preparato anche un piccolo buffet.

Su consiglio del sommelier Antonio Velardo abbiamo deciso di abbinare ai vini in degustazione la guancia di scottona brasata all'abbuoto del 2017 su una polenta di farina di mais dell'Azienda Agricola Subiaco di Sonnino (LT) e un misto di prodotti del territorio.

Vino e pietanze hanno riscosso un gran successo a tal punto che abbiamo deciso di condividere i dettagli di questa giornata con i nostri clienti e con gli utenti che ci seguono sul nostro sito ufficiale.

Prima di procedere con i dettagli vogliamo però fare una digressione sull'Abbuoto, un antico vitigno a bacca rossa originario di Fondi la cui storia merita di essere raccontata.

Alla riscoperta dell'Abbuoto

L’Abbuoto è un vitigno a bacca rossa originario delle campagne di Fondi, zona che vanta un'antica vocazione agricola.

L’etimologia del nome Abbuoto non ha notizie certe: la tesi più attendibile riguarda la sua area di origine ed in particolare la zona di San Raffaele limitrofa al lago di San Puoto.

La storia dell'Abbuoto si fonde anche con quella del Cecubo, il celebre vino di epoca romana a cui rendono omaggio i versi di tanti poeti tra i quali Orazio.

Risalgono soltanto a pochi mesi fa delle interessanti scoperte archeologiche, testimonianze dirette dell'intensa produzione di vino sulle rive dei bacini lacustri della Piana di Fondi.

Il Vino Cecubo, peraltro, prendeva il nome proprio dalla zona di produzione, l’Ager Caecubum (o Caecubus Ager), un ampio e fertile territorio compreso tra le alture di Itri e la Piana di Fondi, con uve autoctone tra cui proprio l’Abbuoto.

Questo vitigno era diffuso in epoca romana tra Terracina, Fondi ed Itri e si addentrava nell’entroterra fino a Fiuggi finché l’imperatore Nerone, a metà del I secolo a.C., non fece costruire, presso il Lido di Fondi, il bacino di Lago Lungo, vari canali ed altre opere di bonifica che distrussero moltissimi vigneti.

L’Abbuoto oggi è stato inserito recentemente dalla Regione Lazio nella pubblicazione dell’A.R.S.I.A.L. delle “Varietà Locali Tutelate” ovvero “Risorse genetiche sotto tutela” ai sensi ella Legge Regionale 1 marzo 2000 n. 15.

La Monti Cecubi pioniera nella reintroduzione dell'antico vino

L'azienda Monti Cecubi, con la quale la nostra macelleria collabora ormai da anni, è stata pioniera della reintroduzione di questo prodotto antico nel panorama vitivinicolo, ma soprattutto nel suo luogo d'origine.

Dopo anni di ricerca e sperimentazione sul vitigno, il primo imbottigliamento di Abbuoto in purezza risale alla vendemmia 2015.

Nel corso dell'evento degustativo è stato quindi possibile confrontare le annate 2015 - 2016 - 2017 – 2018.

Il tutto con la sapiente guida di Annamaria Iaccarino, delegata A.I.S. Latina, e dell'enologa dell'azienda Chiara Fabietti.

Le quattro annate avevano in comune l'importante struttura, l'eleganza, i profumi coinvolgenti che spaziavano dai frutti rossi al balsamico, dalla tostatura al selvaggio.

La freschezza che caratterizzava anche l'annata più “vecchia” è indice di una possibile longevità di questo vino e quindi di una predisposizione all'invecchiamento.

L'enologa ci ha infatti rivelato che il prossimo obbiettivo dell'azienda sarà proprio questo.

La sapidità, invece, è l'espressione del luogo in cui è cresciuta la vite: la località di San Raffaele, infatti, è molto vicina al mare ed ha un terreno ricco di sabbia, argilla e sostanze organiche.

Guancia di Scottona e prodotti del territorio: la nostra proposta abbinata all'Abbuoto

L'importante ma elegante tannino dell'Abbuoto si sposa bene con un piatto succulento.

Infatti, grazie anche all'aiuto di Antonio Velardo, sommelier dell'azienda, abbiamo deciso di abbinare proprio una guancia di scottona brasata all'abbuoto del 2017 su una polenta di farina di mais dell'Azienda Agricola Subiaco di Sonnino (LT).

Per completare il piatto degustazione abbiamo presentano anche altri tre prodotti del territorio:

  • la nostra Salsiccia di Monte San Biagio di Nero Casertano
  • il lardo stagionato di maiale Nero casertano su una bruschetta di pane di Campodimele
  • un piccolo panino con la lonza dello stesso maiale e una marmellata della straordinaria Arancia Bionda Fondana, la stessa che utilizziamo per aromatticare la nostra speciale mortadella.

Che dire... la giornata è stata un successone! 

L'amore e l'entusiasmo dei presenti per il vino e i complimenti che abbiamo ricevuto per i nostri prodotti non fanno altro che renderci orgogliosi di vivere in un territorio ricco di storia e cultura come il nostro.